Silvana Sisi | Biografia

Silvana, “Sisi”, come si firma nelle sue opere, è un’artista da sempre. Stregata dal colore e dalla sua matericità, fin dall’età di 8 anni scopre e inizia a dipingere con i colori a olio, una tecnica che apprenderà e comprenderà a pieno negli anni senza però sentirla mai “sua”. La sua arte, sin dal principio, era ispirata da tutto ciò che la circondava: inizia infatti il suo rapporto d’amore con il mondo espressivo e delle immagini, prendendo un calendario di Cézanne e copiandone il contenuto, un po’ per gioco, un po’ spinta dalla sperimentazione con il colore, dalla voglia di diventare un tutt’uno con le nuance delle sue matite. La vita, si sa, non è sempre liscia, e Sisi lo sa bene. Negli anni, saranno principalmente due i momenti in cui si allontanerà dall’arte, vinta dalla frenesia d’una vita matrimoniale e lavorativa intensa o da una voglia di viversi il panorama e la vita della Sardegna. Ma per Sisi, l’arte è casa, e per tornare a casa, per tornare ad amare e amarsi appieno, torna sempre all’arte, all’ispirazione, alla sperimentazione. Negli anni, la sua bravura e il suo estro, la portano a esporre in diverse occasioni e paesi: Italia, Brasile, Germania, USA, Dubai…non c’è stato che le opere di Sisi non abbiano raggiunto. Dall’Italia al Brasile, da Fano, Milano, Firenze, Roma fino alla lontana, umida e assolata Bahía, l’unico punto saldo sono stati i quadri che Sisi ha realizzato negli anni, studiando sempre di più una tecnica pittorica unica nel suo genere, che dal primo istante Sisi ha sentito le appartenesse; come se una parte di sé avesse vissuto una vita precedente e fosse tornata per ultimare i suoi studi e le sue opere: la pittura all’uovo e la teoria cromatica. La pittura all’uovo è uno degli strumenti espressivi più complessi e delicati da conseguire, non solo perché influenzata dai fattori atmosferici, ma anche perché ogni colore, ogni sfumatura, ha un rapporto percentuale diverso fra gli ingredienti che la compongono. Un rapporto che sta all’artista scovare e riconoscere e che determina la buona riuscita o no delle opere. Concorsi vinti, mostre, collettive, esperienze al Circolo Culturale di Firenze (con cui arriva ad esporre le proprie opere all’interno della casa di Dante) e con la Galleria San Giorgio di Bari, sono solo alcuni fra i successi di una Sisi, ormai non più bambina, ma che conserva salda in sé la sua voglia di conoscere, reinventare la realtà, reinventarsi e lasciarsi ispirare dal colore, dalle forme e dalla vita, per creare opere uniche che non mancano di strizzare l’occhio alla contemporaneità fugace delle realtà generate digitalmente. La sua pittura si basa sull’attimo, Sisi come una fotografa cattura l’attimo sfuggente e volatile per immortalarlo immobile nel tempo e rielaborarlo secondo i suoi concetti e le sue ispirazioni del momento.

Silvana Sisi | La Tecnica

La scoperta del colore, per Sisi, è stata un po’ come le strade delle colline dei suoi luoghi d’origine: dissestata, faticosa, ma decisamente appagante. Inizia il suo approccio con i colori ad olio sin da bambina, impara a stendere il colore e tutte le tecniche per rendere al meglio l’immagine con questi strumenti, ma senza mai essere soddisfatta appieno dalla consistenza del colore. Per questa ragione, e per rendere una delicatezza differente, Sisi inizia ad approcciarsi all’acquerello; che però non la convince, sia per il problema del supporto, che deve necessariamente essere cartaceo, sia perché la trasparenza dell’acquerello non le consente di lavorare la materia e toccare con mano il colore per renderlo plastico e come lei vuole che diventi per plasmarlo sull’opera. Silvana, sia nella vita che nel suo percorso professionale, non smette mai di reinventarsi e cercare nuove soluzioni, per poter rendere concreto l’universo di forme e luci che ha in mente; prova quindi un approccio all’acrilico, ma non è la sua strada, non le piace la resa e la sua freddezza per cui lo abbandona quasi all’istante. Finché non incontra un allievo di Annigoni, che le mostra la tempera all’uovo, le tecniche migliori per lavorarla e mescolare i colori e le dà qualche informazione in più su questo modo di fare arte: un modo che Sisi riconosce come suo da subito e in cui si sente come “tornata a casa”. Da subito inizia a studiare e sperimentare con diverse cromie, a inventare con un processo da alchimista creativa che le permette di raggiungere in maniera plastica, materica e sensoriale il risultato che ha in mente. Non è sola con le sue mani a realizzare le sue opere, ma Sisi si lascia coinvolgere dai materiali che la circondano, accostando la pittura con le dita a quella con attrezzi come spugne, carta, e altri oggetti che donano una texture particolare e unica ad ogni opera. Per Sisi, l’artista è una convivenza di ciò che pensa e della cosa che pensa. Con ciò, l’artista manifesta un principio in cui, attraverso l’uno, va a definire e dare vita al tutto. Ché il tutto e l’universo, sono rappresentati nel singolo, come un bagliore di luce che squarcia il cielo. Sisi attraverso i suoi monocromi s’immerge intimamente nella realtà delle cose, in maniera continua e vibrante, sublimandola e dissolvendola in puro colore. Per Sisi l’opera d’arte è ciò che esprime in maniera innovativa, unica e coinvolgente valori e significati universali, eterni e, per questo, spirituali. È proprio questa la ragione per cui l’alchimia può rappresentare il migliore utilizzo delle forze contrastanti a disposizione dell’uomo; perché essa amalgama, unisce in modo equilibrato elementi eterogenei a creare un prodotto uniforme, armonico. E qui, la vera arte, si fa alchimia, in quanto amalgama varietà cromatiche, di suoni, di materiali e di parole così da rendere percepibile l’invisibile, l’infinito, l’eterno. La pittura a uovo, in quanto alchimia, diventa quindi per Sisi la sublimazione dell’arte: nella fusione perfetta delle tecniche a olio e ad acquerello, combina la consistenza grezza, materica dei colori a olio, e la dolcezza, la trasparenza degli acquerelli in un vortice di contrasti che sveglia sentimenti nell’artista, ma anche nello spettatore; instaurando in questo modo un rapporto unico fra opera, artista e fruitore.
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